PROGETTO PEDAGOGICO


Premessa
Il Progetto Pedagogico rappresenta l’espressione più concreta del compito educativo che un Consiglio Direttivo si assume, poiché indica le finalità e le pratiche educative nelle quali vengono declinati i valori e le istanze culturali emergenti nella comunità di riferimento.
Il Progetto Pedagogico è l’esito del confronto che il Consiglio Direttivo intraprende, da un lato con l’Assemblea dei soci che è composta dai diversi soggetti sociali attivi nel tessuto comunitario di appartenenza, dall’altro con il Comitato di Gestione e il personale insegnante per il ruolo e l’implicazione maggiormente operativa che questi rivestono nell’attuazione delle scelte educative della scuola.
Tale confronto si colloca nell’ambito della riflessione nella quale il Consiglio Direttivo è costantemente impegnato con le insegnanti in ordine al significato del proprio ruolo educativo e istituzionale, alla luce dei fenomeni culturali e sociale attuali e si muove entro la cornice definita dai fini affermati nello Statuto, dagli Orientamenti dell'attività educativa della scuola dell'infanzia (D.P.G.P. n° 5-19, Leg. Del 15 marzo del 1995) e dal modello della scuola autonoma della comunità .


Introduzione
La prima elaborazione del Progetto Pedagogico di questa scuola risale al 1996. La linea educativa individuata attraverso quel primo documento ha successivamente trovato concreta applicazione in un’attività scolastica orientata alla cura della relazione quotidiana insegnante - bambino, alla partecipazione attiva del bambino alla vita scolastica e al recupero di un rapporto significativo con l’ambiente naturale.
Nell’anno scolastico 2006/2007 il Consiglio Direttivo ha intrapreso con il personale insegnante la Verifica del Progetto Pedagogico, per analizzare la congruenza tra le finalità educative enunciate nel documento e le esperienze programmate e vissute nella scuola per perseguirle.
L’attività di Verifica ha permesso alle componenti scolastiche coinvolte sia di recuperare i significati condivisi nel tempo, sui quali questa scuola ha costruito la propria storia, sia di ritrovare le ragioni che stanno all’origine del proprio operare oggi,  per rileggerle in riferimento anche a una prospettiva futura.
La riflessione che si è sviluppata ha guardato alla comprensione del ruolo e della funzione che la nostra scuola dell’infanzia può significativamente assumere nella relazione consapevole e dialogica con altre agenzie educative e culturali, la cui influenza è quotidianamente verificabile attraverso le esperienze che portano i bambini e le loro famiglie.
L’analisi ha in altri termini riguardato l’identità della scuola, un’identità radicata nei principi valoriali espressi nello Statuto, alimentata dalla quotidianità, aperta ad evolversi in relazione alle sollecitazioni presenti nel territorio e nella rete culturale e istituzionale di riferimento.

Riferimenti storico-istituzionali
La storia di questa scuola ha inizio nel 1879, anno in cui venne votata l’erezione di un “Asilo per l’infanzia”. Il 30 settembre 1882 ottenne l’approvazione dello Statuto dalla competente autorità austriaca, assumendo la denominazione di Pietro Pedrotti, nome del suo grande benefattore, e dal 1935, agli effetti della legge 17 luglio 1890 n.6972, fu dichiarata Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza.
L’Asilo ha sede in questo edificio di Via Vittorio Veneto, ora Via Asilo Pedrotti, 2, dal 1922.
Nel 1977 ricevette l’equiparazione ai sensi della L.P.13/77, vedendo così riconosciuto il pieno valore e il profondo significato dell’ esperienza educativa svolta e assicurato il finanziamento pressoché integrale per l’erogazione del servizio scolastico, garantendo la frequenza gratuita dei bambini.
Dal 1956 aderisce alla Federazione provinciale Scuole materne del Trentino.
Il 6 febbraio 1992, in applicazione della sentenza della corte Costituzionale n.396/88 e in ottemperanza a quanto stabilito del D.P.G.R.n .6/1 del 23/09/1991, il Consiglio di Amministrazione dell’Asilo chiese ai competenti organi provinciali l’attribuzione della personalità giuridica privata, al fine di poter meglio conseguire i fini statutari.
Dal 1998 l’Associazione è regolarmente iscritta all’Albo provinciale delle Organizzazioni di volontariato e dal 2000 al Registro nazionale delle scuole paritarie.

Riferimenti pedagogici
Le scelte educative che contraddistinguono il Progetto Pedagogico della nostra scuola derivano dal contenuto dell’articolo 2 dello Statuto e dal quadro pedagogico illustrato nel testo degli “Orientamenti per l’attività educativa della scuola dell’infanzia”(D.P.G.P n 5-19, Leg d.15 marzo 1995).
L’articolo 2 dello Statuto afferma che lo scopo della Scuola materna P.Pedrotti è la gestione della Scuola dell’infanzia con obiettivi di pieno ed armonico sviluppo della personalità dei bambini per una loro educazione integrale, nel rispetto del primario dovere-diritto dei genitori di educare e istruire i figli secondo i principi della concezione  cristiana della vita”.
La proposta curricolare degli Orientamenti individua tre ambiti educativo-didattici, che complessivamente considerano i bisogni di crescita del bambino, le sue potenzialità e l’obiettivo di favorirne l’incontro con la cultura intesa “come sintesi ed espressione di saperi e valori”.
Il primo, l’ambito della comunicazione, riguarda le diverse modalità di rappresentazione della realtà e l’evoluzione dall’uso di segni e simboli personali a codici convenzionali, ciascuno regolato da precise grammatiche (linguaggio psico-motorio-mimico-gestuale, linguaggio grafico-pittorico-plastico-iconico, linguaggio musicale e linguaggio verbale).
Il secondo, l’ambito dell’azione e della conoscenza, concerne l’agire sulla realtà, finalizzato a cogliere gli attributi percettivi delle cose e la relazione tra loro, la comprensione di come funzionano, nonché la previsione di conseguenze e possibilità, attraverso l’avvio dell’attività riflessiva.
Il terzo, l’ambito dell’identità personale e relazionale, è l‘ambito del senso da assegnare alle cose e si occupa di far progredire il bambino dalla fase dell’esplorazione e conoscenza della realtà alla capacità di interrogarsi per stabilire il proprio ruolo e il senso da dare alle proprie esperienze, per interpretare i fenomeni aprendosi anche ad una prospettiva trascendente.
Il confronto che si è realizzato tra il Consiglio Direttivo e le insegnanti, alla luce del quadro valoriale e pedagogico di riferimento, ha riguardato più nello specifico quei settori degli ambiti, che coincidendo con le caratteristiche più rilevanti che compongono l’identità della scuola, ne determinano le scelte e la conseguente azione educativa.


SCELTE EDUCATIVE E METODOLOGICO-DIDATTICHE

La dimensione interpersonale
Il progetto pedagogico del 1996 sottolineava già la rilevanza del rapporto insegnante - bambino nella realizzazione di proposte educative volte a promuovere la valorizzazione dell’identità personale e l’acquisizione di un atteggiamento di apertura verso gli altri, la realtà e la conoscenza.
Le esperienze educativo-didattiche svolte in questi anni e la riflessione che le ha accompagnate  hanno confermato la centralità della relazione educativa, precisandola e concretizzandola nell'idea di un' insegnante orientata ad "avere cura dell’altro, del suo sentire e del suo pensare”*.
L’azione professionale che si è delineata è quindi quella di un’ insegnante preoccupata di promuovere il sentirsi bene e accolto del bambino, capace di comunicare la propria attenzione ai sui sentimenti e vissuti e di predisporre un ambiente educativo accogliente e rassicurante, dove il passaggio dal familiare al nuovo, nonchè il rapporto con gli inevitabili imprevisti, venga vissuto in modo costruttivo.
Il compito dell’insegnante non si esaurisce quindi nel rendere il bambino partecipe dei saperi fondamentali dell’identità culturale della comunità di riferimento, ma implica anche la capacità di proporsi come testimone di un modo di essere nella relazione, disponibile e in ascolto, sia tra adulti che con i bambini. E’su questa base di fiducia che pensiamo si radichi la motivazione del bambino ad esplorare, conoscere e apprendere.
Entrare in relazione con i bambini e i loro diversi modi di stare a scuola sta significando per le insegnanti evolvere su un piano metodologico verso l'adozione di un approccio educativo personalizzato, disponibile ad accogliere a valorizzare le storie individuali, a promuovere in ciascuno consapevolezza del proprio divenire, responsabilità personale e fiducia verso il proprio sentire, il proprio agire e il proprio pensare.

"Essi hanno bisogno innanzitutto di sentirsi ascoltati, riconosciuti e rispettati; è questa la condizione perché percepiscano di poter mettere in gioco le loro capacità di apprendimento, che andrebbero finalizzate non solo ad acquisire competenze riconosciute dal mondo del lavoro, ma anche modi di essere essenziali per dar senso al proprio esistere" (L.Mortari)


La qualità dei contesti educativi
Il pensiero guida nella predisposizione dei contesti educativi, ovvero degli ambienti relazionali e fisici in cui le esperienze scolastiche hanno luogo, è che nella misura in cui il bambino si sente riconosciuto nella propria specificità e sperimenta sicurezza e fiducia verso se stesso, si predispone con altrettanta fiducia e positività non solo nella relazione con gli altri, ma anche verso le opportunità di apprendimento.
Per questo le insegnanti fanno scelte precise in relazione sia a cosa insegnare che a come coinvolgere i bambini nei processi di apprendimento. I contesti che vengono programmati per proporre ai bambini esperienze di crescita relazionale e cognitiva sono volti a sostenere la spinta a esplorare, sono finalizzati a valorizzare interessi e scoperte, a promuovere l’autonomia e la capacità di scegliere,  a provocare il discutere per confrontare idee, in un clima di reciprocità, che educa ad ascoltare, ad accogliere il punto di vista dell’altro, a guardare criticamente il proprio pensiero, per comprendere punti di vista diversi, sostenere dinamiche di tipo cooperativo e la ricerca comune di una soluzione.
L’apprendimento è significativo quindi perché avviene attraverso il coinvolgimento in un’attività reale, dove sussiste la possibilità di condividere con gli altri e di costruire insieme, accompagnati da un adulto capace di sostenere il dialogo e l’ascolto reciproci, sollevare domande, provocare il confronto.

Il ruolo dell’esperienza diretta e del tempo
La ricaduta educativa e formativa di un’esperienza dipenda anche da quanto questa coinvolge la vita reale del bambino, per questo ci prefiggiamo di continuare a promuovere la realizzazione di quei progetti che permettono al bambino di esplorare, conoscere e orientarsi nei luoghi della città e dei suoi dintorni. La collaborazione in essere con i responsabili delle sezioni didattiche e dei servizi educativi museali della città ha già dimostrato la portata di queste esperienze, che valorizzano il patrimonio territoriale come risorsa per l’apprendimento in tutti gli ambiti. Consideriamo la scoperta di contesti che hanno un valore sotto il profilo sia naturale che storico-artistico un’opportunità, anche perché crea nel bambino senso appartenenza al proprio territorio, lo rinforza sul piano dell’identità personale, sensibilizzandolo ai sentimenti di rispetto e salvaguardia di un bene comune.
Nel sostenere una proposta curricolare ricca e varia siamo anche consapevoli della necessità che a ciascun segmento del progetto annuale venga dedicato il tempo necessario per un’esplorazione distesa e approfondita dei fenomeni, quindi un tempo dedicato ad espandere l’esperienza, a stare su quanto accade, per analizzarlo, renderlo oggetto di riflessione e di documentazione. In particolare l’ordine, inteso come armonia, integrazione, assenza di sovrabbondanza rappresenta un criterio per una progettazione annuale volta a restituire ai bambini anche all’interno dell’organizzazione scolastica un tempo educativo autenticamente attento ai rapporti interpersonali in gioco e alla scoperta di sè.
Ogni esperienza, se raccontata e documentata, può essere ricordata e ad essa si può ritornare a distanza di tempo, può evocarne altre, e altre ancora può suggerirne, in una trama di connessioni che l’insegnante vede e rende esplicite, disponibile a raccogliere le proposte dei bambini per rilanciarle e a darsi tempo per stare in ascolto di ciò che avviene in quel momento con e tra quei bambini.
Riteniamo per concludere che ogni esperienza può venire vissuta, apprezzata pienamente e generare conoscenza se permette alle domande e alle curiosità dei bambini di emergere, non per avere risposte, ma per aprire nuove ricerche, se si lascia guidare dalle loro iniziative adattandosi attraverso l’introduzione di piccoli ampliamenti e novità, se riconosce il valore del singolo nel gruppo.

Ente Gestore, luglio 2007






* Luigina Mortari, Avere cura della vita della mente, Nuova Italia, Milano 2002